All'interno del parco della Reggia di Caserta, a desta della fontana di Diana e Atteone fu realizzato il Giardino Inglese, da Carlo Vanvitelli e dal giardiniere John Andrea Graefer, su richiesta della Regina Maria Carolina d’Asburgo, moglie di Ferdinando IV. Il giardino doveva non solo reggere il confronto, ma oscurare il Petit Trianon di Versailles commissionato dalla sorella Maria Antonietta Regina di Francia.
Seguendo la moda che dall’Inghilterra si stava diffondendo in tutta Europa furono costruite numerosi Follies utile per le soste ed il tempo libero dei reali ma furono realizzati anche aranceti e serre destinate alla coltivazione ed allo studio delle piante. Durante il XIX secolo il giardino fu denominato Real Orto Botanico di Caserta, qui infatti sono visibili esemplari della prima pianta di Camelia arrivata in Europa dal Giappone.
Nel boschetto definito “Labirinto” vi è uno stagno di ninfee che si espande fino a contenere due isole ricche di vegetazione, romantica rappresentazione del gusto ottocentesco: la più grande ha un tempietto in rovina, la più piccola funge da rifugio per anatre e cigni.
Uno degli angoli più suggestivi è il Bagno di Venere, così denominato per la presenza di una statua in marmo di Carrara che ritrae la dea nell’atto di uscire dall’acqua di un piccolo lago; c’è poi il Criptoportico, finta rovina romana, costruita volutamente come una rovina per dare agli ospiti della corte la sensazione di camminare in città romane appena scoperte ed in fase di scavo.